Gli aumenti in busta paga sono una delle notizie migliori con il quale si conclude il 2021, soprattutto per alcuni redditi sul quale la Legge di Bilancio peserà maggiormente in maniera positiva.
L’importo in busta paga crescerà e lo farà grazie a due misure:
Il primo cambiamento riguarda l’introduzione di un bonus contributi che taglia la quota dei contributi previdenziali a carico del lavoratore, portandola dal 9,19% all’8,39%.
Prendiamo come esempio uno stipendio di 2.000,00€ lordi: se nel 2021 l’aliquota contributiva del 9,19% avrebbe comportato il versamento di 183,80€, con la nuova percentuale questa quota scende a 178,00€. Un vantaggio, dunque, di circa 5 euro, che tuttavia – per il motivo precedentemente indicato – dovrebbe scattare solamente con la busta paga di marzo. Parimenti, però, dovrebbe essere riconosciuto il maggior risparmio non applicato sullo stipendio di gennaio e febbraio, per un totale dunque di circa 10 euro.
Bisogna ricordare, però, che tale bonus si applica solamente per coloro che hanno una paga mensile lorda fino a 2.692,00€.
Il secondo cambiamento, invece, riguarda l’IRPEF: la riforma fiscale ne modifica aliquote e scaglioni, come pure la misura delle detrazioni spettanti. Nel dettaglio, per le aliquote IRPEF siamo passati dalla seguente situazione:
A questa:
riassumendo
Nessuna differenza, quindi, per i redditi sotto la soglia di 15 mila euro visto che l’aliquota IRPEF resta la stessa. Diversamente, su un reddito di 20.000,00€ ad esempio, se prima sulla parte sopra i 15.000,00€ – dunque 5.000,00€ – era dovuta un IRPEF annua pari a 1.350,00€ (27%), dal 2022 si scende a 1.250,00€ (25%).
Allo stesso tempo, però, bisogna considerare anche una variazione delle detrazioni sui redditi da lavoro dipendente.
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