L’INAPP (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche), nato il 1° dicembre 2016 a seguito della
trasformazione dell’ISFOL, ha un ruolo strategico di orientamento e supporto al sistema di governance
delle politiche sociali e del lavoro.
Ente pubblico di ricerca vigilato dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, si occupa di analisi,
monitoraggio e valutazione delle politiche del lavoro, delle politiche dell’istruzione e della formazione,
delle politiche sociali e, in generale, di tutte le politiche economiche che hanno effetti sul mercato del
lavoro.
L’INAPP fa parte del Sistema statistico nazionale e collabora con le istituzioni europee. Svolge il ruolo di
assistenza metodologica e scientifica per le azioni di sistema del Fondo sociale europeo ed è Agenzia
nazionale del programma comunitario Erasmus+ per l’ambito istruzione e formazione professionale.
La partecipazione formativa in Europa: la posizione dell’Italia
Gli orientamenti strategici dell’Unione europea per le politiche a favore dell’occupazione ritengono che un
buon livello di istruzione e formazione della popolazione adulta contribuisca a promuovere una crescita
economica sostenuta, alimentando ricerca e sviluppo, innovazione, produttività e competitività, al fine di
anticipare e soddisfare al meglio le esigenze dei mercati del lavoro in rapida evoluzione.
La relazione di monitoraggio della Commissione europea concernente il settore dell’istruzione e della
formazione evidenzia tuttavia la permanenza di rilevanti sfide: il 20% degli adulti ha bassi livelli di
alfabetizzazione linguistica e matematica e il 25% ha bassi livelli di competenze digitali; ciononostante, nel
2015 in Europa solo il 10,7% dei 25-64enni ha partecipato ad attività di apprendimento permanente, con
livelli ancora più bassi fra i lavoratori a basso livello di qualificazione.
In Europa il tasso di partecipazione degli adulti alle attività di istruzione e
formazione è ben lontano dal valore di benchmark del 15% fissato da Europa 2020 e l’andamento degli
ultimi tre anni non evidenzia progressi significativi.
Fonte: elaborazione Isfol su dati Eurostat, indagine sulle forze di lavoro (LFS), ottobre 2016
Per quanto riguarda l’Italia, l’unico aumento apprezzabile si registra tra il 2013 e il 2014, con un tasso di
partecipazione che passa dal 6,2% all’8% circa, per poi decrescere nuovamente nel corso del 2015.
La partecipazione degli adulti all’apprendimento permanente varia notevolmente tra i diversi Paesi. I tassi
Relazione congiunta 2015 del Consiglio e della Commissione sull’attuazione del quadro strategico per la cooperazione
europea nel settore dell’istruzione e della formazione (ET 2020) – Nuove priorità per la cooperazione europea nel settore
dell’istruzione e della formazione, Bruxelles, 25 novembre 2015.
Le partecipazione più elevati si registrano nel Nord Europa: Danimarca, Svezia e Finlandia presentano i
valori massimi – compresi tra il 25% e il 35% – seguite da Paesi Bassi, Francia, Lussemburgo e Regno Unito
che, seppure con percentuali più contenute, raggiungono l’obiettivo di benchmark (figura 1.2). All’altra
estremità della scala troviamo i Paesi dell’Europa dell’Est (Polonia, Grecia, Croazia, Slovacchia, Bulgaria e
Romania), con tassi inferiori al 4%. L’Italia si colloca al sedicesimo posto, con appena il 7,3% degli adulti
impegnato in attività formative (-3,4 punti percentuali rispetto alla media europea e -7,7 punti rispetto al
valore di benchmark), mantenendo comunque la posizione guadagnata nel 2014.
Fonte: elaborazione Isfol su dati Eurostat, indagine sulle forze di lavoro (LFS), ottobre 2016
La partecipazione all’istruzione e alla formazione degli adulti appare ancora fortemente determinata da
fattori socio-demografici e, in particolare, dal livello di istruzione posseduto, dall’età e dalla condizione
occupazionale e professionale.
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