Sul portale Epicentro sono offerte diverse informazioni relative al nuovo coronavirus.
Come avviene la trasmissione?
Si segnala che i coronavirus umani “si trasmettono da una persona infetta a un’altra attraverso:
Riguardo al nuovo coronavirus 2019-nCoV si riportano anche alcune indicazioni tratte dal “Situation Report – 12”, pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il 1 febbraio 2020. E “sulla base dei dati al momento disponibili, l’OMS ribadisce che il contatto con i casi sintomatici (persone che hanno contratto l’infezione e hanno già manifestato i sintomi della malattia) è il motore principale della trasmissione del nuovo coronavirus 2019-nCoV”.
Inoltre l’OMS è “a conoscenza di una possibile trasmissione del virus da persone infette ma ancora asintomatiche e ne sottolinea la rarità. In base a quanto già noto sui coronavirus (ad es. MERS-CoV), sappiamo infatti che l’infezione asintomatica potrebbe essere rara e che la trasmissione del virus da casi asintomatici è molto rara. Sulla base di questi dati, l’OMS conclude che la trasmissione da casi asintomatici probabilmente non è uno dei motori principali della trasmissione del nuovo coronavirus 2019-nCoV”.
Come già riportato anche in altri nostri articoli, non esistono attualmente trattamenti specifici per le infezioni causate dai coronavirus “e non sono disponibili, al momento, vaccini per proteggersi dal virus. La maggior parte delle persone infette da coronavirus comuni guarisce spontaneamente. Riguardo il nuovo coronavirus 2019-nCoV, non esistono al momento terapie specifiche, vengono curati i sintomi della malattia (così detta terapia di supporto) in modo da favorire la guarigione, ad esempio fornendo supporto respiratorio”.
In merito alla prevenzione è possibile ridurre il rischio di infezione proteggendo se stessi e gli altri. Questi alcuni accorgimenti di autoprotezione:
Le indicazioni per proteggere gli altri:
Riprendiamo dal portale anche una semplice infografica proprio sull’uso della mascherina:
Veniamo alla Circolare del 3 febbraio 2020 della Direzione generale della prevenzione sanitaria (Ufficio 05 – Prevenzione delle malattie trasmissibili e profilassi internazionale) del Ministero della Salute. Una circolare che ha per oggetto “Indicazioni per gli operatori dei servizi/esercizi a contatto con il pubblico”.
Riguardo all’epidemia da coronavirus 2019-nCoV in corso nella Repubblica popolare cinese si riportano alcune indicazioni sulla situazione epidemiologica.
Si segnala, come riportato dal Centro Europeo per il Controllo delle Malattie, che “la probabilità di osservare casi a seguito di trasmissione interumana all’interno dell’Unione Europea è stimata da molto bassa a bassa, se i casi vengono identificati tempestivamente e gestiti in maniera appropriata. La probabilità di osservare casi in soggetti di qualsiasi nazionalità provenienti dalla Provincia Cinese di Hubei è stimata alta, mentre è moderata per le altre province cinesi”. E presso il Ministero della salute “è attivo un tavolo permanente con le Regioni per il monitoraggio continuo della situazione; sono in atto tutte le procedure per l’identificazione tempestiva e la gestione appropriata di casi sospetti, con procedure omogenee su tutto il territorio nazionale”. Si ricorda poi che ulteriori informazioni operative “possono essere ottenute attraverso le autorità Sanitarie Regionali o il numero verde del Ministero della salute, 1500.
Veniamo brevemente alle semplici indicazioni operative rivolte specificatamente agli operatori dei servizi/esercizi a contatto con il pubblico, che, come vedremo, sono, nella maggior parte dei casi, comuni misure preventive.
Si sottolinea preliminarmente che, ai sensi della normativa vigente ( D.Lgs. 81/2008), “la responsabilità di tutelarli dal rischio biologico è in capo al datore di lavoro, con la collaborazione del medico competente”.
Si indica poi che le misure “devono tener conto della situazione di rischio” che – con riferimento a quanto indicato nel documento riguardo alla situazione epidemiologica e alla valutazione del rischio – “nel caso in esame è attualmente caratterizzata in Italia dall’assenza di circolazione del virus”.
Inoltre, come si evince da una precedente circolare relativa all’identificazione dei casi e dei contatti a rischio, “questi ultimi sono solo coloro che hanno avuto contatti ravvicinati e protratti con gli ammalati. Pertanto, ad esclusione degli operatori sanitari, si ritiene sufficiente adottare le comuni misure preventive della diffusione delle malattie trasmesse per via respiratoria, e in particolare:
Laddove, nel corso dell’attività lavorativa, “si venga a contatto con un soggetto che risponde alla definizione di caso sospetto” (con riferimento alla circolare Ministero Salute 27 gennaio 2020) “si provvederà – direttamente o nel rispetto di indicazioni fornite dall’azienda – a contattare i servizi sanitari segnalando che si tratta di caso sospetto per nCoV”.
E “nell’attesa dell’arrivo dei sanitari:
Cosa si possa identificare con un caso sospetto. Sono presentate due possibilità:
La prima riguarda “una persona con Infezione respiratoria acuta grave – SARI – (febbre, tosse e che ha richiesto il ricovero in ospedale) e senza un’altra eziologia che spieghi pienamente la presentazione clinica e almeno una delle seguenti condizioni:
La seconda possibilità riguarda, infine, “una persona con malattia respiratoria acuta E almeno una delle seguenti condizioni:
Presentiamo, in conclusione, un documento prodotto dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ( ECDC), un’agenzia indipendente dell’Unione europea con lo scopo di rafforzare le difese dei paesi membri dell’Unione nei confronti delle malattie infettive.
L’ECDC ha pubblicato il report tecnico “Infection prevention and control for the care of patients with 2019-nCoV in healthcare settings” sulle misure di controllo da adottare nella gestione dei casi sospetti e confermati di infezione.
Il documento fornisce linee di indirizzo per le strutture sanitarie e ai fornitori di assistenza sanitaria nell’Unione Europea (e nel più vasto spazio economico europeo – SEE) per ridurre il rischio di trasmissione di 2019-nCoV nei contesti sanitari e nei laboratori.
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