Le mascherine chirurgiche sono davvero utili contro la diffusione del COVID-19?

Aggiornato il “D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81. Testo coordinato con il D.Lgs. 3 agosto 2009, n. 106”
7 Dicembre 2020
Un decennio con Fonarcom: un decennio di soli successi con un partner di eccezione: eDotto
10 Dicembre 2020

Le mascherine chirurgiche sono davvero utili contro la diffusione del COVID-19?

Le mascherine chirurgiche sono considerate un dispositivo medico (DM), indossate storicamente da medici e operatori sanitari. Pensiamo al chirurgo durante un intervento o ad un dentista durante un’estrazione di un dente: chi indossa una mascherina chirurgica non solo non contamina l’ambiente operatorio ma protegge anche se stesso da eventuali schizzi di fluidi che possono venire a contatto con la propria bocca.

La sua capacità filtrante verso chi la indossa è bassa (stimata intorno al 20%), mentre verso l’esterno è estremamente elevata e nel caso dei batteri può superare il 95%.

Le mascherine chirurgiche devono essere prodotte nel rispetto della norma tecnica UNI EN 14683 del 2019.

Le loro caratteristiche fondamentali sono:

  • la resistenza agli schizzi liquidi;
  • la traspirabilità;
  • l’efficienza nel filtrare eventuale ingresso di batteri;
  • la pulizia da microbi.

I dispositivi medici sono monouso e col tempo si deteriorano. Se ne distinguono di tre tipi:

  • tipo I
  • tipo II
  • tipo II 2r (ovvero le uniche mascherine chirurgiche che resistono agli schizzi).

In estate sono arrivate le prime prove che l’utilizzo di mascherine sembrava ridurre in maniera molto significativa la diffusione del contagio. Bisogna considerare che la conduzione di studi con metodologia solida (per esempio con assegnazione casuale dell’intervento/trattamento) è particolarmente difficoltosa nel caso delle mascherine.

Anche se la qualità delle prove scientifiche non è elevata, i dati disponibili indicano che le mascherine possono essere utili nel ridurre il rischio di diffusione della malattia.

In America, ad esempio, riunioni di massa, fatta da gente “mascherata”, non ha contribuito ad un aumento dei contagi. Così come poi altre evidenze hanno dimostrato che l’uso di mascherine riducesse la quantità di virus che può essere trasmessa a chi la indossa, provocando infezioni più lievi o asintomatiche.

 

La durata della mascherina non va ad ore come molti sostengo ma va n base a dei fattori che ne condizionano la capacità limitativa i filtraggio dei batteri, come umidità da come viene riposta quando viene tolta, dallo sporco che si è accumulato e se si è contaminata. Sicuramente cambiarla ogni due ore è molto meglio che cambiarla dopo 4 o 8 ore ma di certo non è l’elemento temporale che ne limita l’efficacia.