La lean production è quell’insieme di tecniche e strategie che parte dalla filosofia organizzativa che punta all’annullamento degli sprechi all’interno dei processi. Conosciuta anche come lean manufacturing, questo insieme di competenze parte dal presupposto che ogni attività può essere migliorata con semplicità.
Metodi e approcci che basano tutto sulla riduzione e ove possibile l’annullamento degli sprechi. Perché è proprio questo lo step da affrontare e aggredire con tutta la convinzione possibile: all’interno di un’azienda i processi comprendono attività a valore aggiunto e attività a non valore aggiunto, più semplicemente chiamati sprechi. Tutto questo influenza negativamente il profitto, e troppo spesso viene dimenticato.
Il termine lean production o produzione snella è stato coniato da John Krafcik, ex ingegnere di Toyota, in un articolo del 1988: “Il trionfo del sistema della Lean Production”.
Il lean thinking è alla base di tutto questo, ma il pensiero che dà vita alla filosofia del risparmio organizzativo non nasce dal nulla. Anzi, è frutto della pratica e dei test che si sono susseguiti nel tempo. Il primo punto è quello tracciato da Ford che ideò la catena di montaggio, rivoluzionando completamente il settore produttivo.
Il motivo è semplice: da quel momento in poi è stato un continuo ottimizzare tutti i processi. Il miglioramento è sempre stato insito a questa filosofia, avendo come stella polare l’ottimizzazione ai fini di incrementare i margini e quindi gli utili aziendali. Ma è con il Toyota Production System – TPS che si è superato l’insieme di limiti imposti da un meccanismo che perdeva colpi.
La produzione snella prende come riferimento il metodo delle fabbriche giapponesi, ma è con la diffusione di alcuni testi che si è diffuso questo principio in occidente. In particolar modo parlo del libro La macchina che ha cambiato il mondodi Daniel T. Jones, colui che, con James P. Womak. Attraverso queste logiche è stato possibile superare i limiti della produzione di massa, punto di partenza dell’ottimizzazione della catena di montaggio.
In un articolo dedicato alle tecniche e strategie di lean production è giusto dare una definizione chiara delle principali procedure che ruotano intorno a questo mondo. Quindi, andiamo con ordine: quali sono le attività che ti consentono di mettere in pratica le dinamiche della produzione snella? Tutto inizia con il valore.
Proprio così, il primo punto utile della produzione snella è la presa di coscienza di ciò che ha valore per il cliente. Da qui inizia il processo di snellimento della linea di produzione proposta dal cosiddetto modello giapponese, sviluppato dalla Toyota e poi esportato in tutto il mondo a beneficio di ogni azienda. Quali sono le tecniche?
Il passaggio per mettere in pratica la lean production è la lotta contro gli sprechi che tendono a svilire tutte le attività che puntano verso il miglioramento della realtà aziendale. Tutti sono contrari sulle risorse usate inutilmente, ma il problema è che spesso queste dinamiche non vengono messe a fuoco. Ad esempio spesso si ignorano i 7 sprechi, comuni in tutti gli ambienti, individuati dallo sguardo attento di Taiichi Ohno, il padre del Just in Time.
Avere materiale in più, non utilizzato, è uno spreco. Lo stesso vale per i prodotti in attesa della lavorazione successiva e per le azioni del personale. Diminuire il più possibile questi punti è un bene.
A patto che il tutto venga eseguito nell’ottica kaizen. Vale a dire il raggiungimento della perfezione assoluta non da un giorno all’altro, ma nel corso dei tentativi e degli esperimenti interni da organizzare con il personale.
La riflessione è semplice: se devo capire come migliorare i processi interni di un’azienda con un metodo studiato e messo in pratica della Toyota dovrei prendere spunto direttamente dal brand in questione. Per questo sono ormai noti a tutti gli esperti dell’argomento i principi che consentono di raggiungere l’obiettivo della produzione snella.
Da un lato c’è un’attenzione in più verso la comunicazione delle parti, compreso il settore del personale e quello dei fornitori. Dall’altro c’è un passaggio centrale per questo tipo di organizzazione lavorativa: l’abbandono della logica push per abbracciare la produzione in ottica pull. Cosa significa questo passaggio? Perché è importante?
Il ragionamento è semplice: se si devono evitare gli sprechi evitando merce inutilizzata, scorte senza motivazione e movimenti inutili la logica pretende che si produca solo quando c’è bisogno. Quindi non spingiamo più il prodotto verso il cliente ma lo tiriamo in base alle necessità reali. Ora mi chiederai con una buona dose di preoccupazione:
“E se rimaniamo senza scorte? E se la domanda è superiore all’offerta?
Qui si cela la vera grandezza della logica lean production. L’ottimizzazione nel tempo dei vari processi deve portare a eliminare quello che non serve, prevedere le possibili variazioni e produrre sempre in ottica di economia delle risorse. Possibile ottenere tutto questo? Solo con la giusta formazione interna verso il lean management.
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